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Yoniro "Heavens"

Immagine del redattore: Michelle MaffèMichelle Maffè

Il nuovo lavoro di Yoniro trasporta l’ascoltatore in una dimensione onirica e ulteriore, creando un incantesimo sonoro ed emozionale che permea in modo continuativo tutte le tracce del disco.



In atmosfere rarefatte e mistiche, la voce di Yoniro ci cattura e ammalia, come una sirena elegante e sinuosa, ricamando sonorità eteree sopra un tappeto melodico pulsante di vita. Impossibile resisterle ed altrettanto impossibile sfuggirvi, come un sortilegio difficile da spezzare.


Il brano di apertura, dal titolo programmatico "Heavens", dà la misura del manifesto musicale ed emotivo dell’artista: su una coinvolgente base dance elettronica si insinua la voce suadente di Yoniro, a condurre l’ascoltatore dentro e oltre il suo universo, dal dancefloor di un club alternativo a un’isola senza tempo e senza spazio. Il dolce verso come with me, sussurrato come un mantra, sembra proiettarci in un mondo fantastico, sensuale e accogliente, ma al tempo stesso inafferabile e misterioso.


Secret codes, perpetua idealmente l’intenzione poetica dell’artista, fondendo nel nome stesso il significante e il significato di un linguaggio sempre evocativo, che gioca su una base dance soffusa e invitante, da cui emergono parole magicamente sconnesse e allusive. In un universo parallelo - in cui stars are falling - Yoniro ci invita a danzare, quasi fino alla fine del mondo, quello conosciuto coi sensi, dietro la comune percezione umana e che si può soltanto tentare di cogliere.



Nel terzo brano, Island, la voce chiara e luminosa ci guida verso una meta immaginifica: allo scandire di versi che sanno di rituale magico, i sussurri dream on e shine on ci conducono verso un luogo inesistente a cui da sempre aneliamo, capace di suscitare il duplice sentimento di attrazione e repulsione. L’isola, che dà il titolo al brano, qui diviene sia auspicabile che irraggiungibile nella sua interezza e complessità; luogo di perdizione e ritrovamento, terra da conquistare e al tempo stesso mai conquistabile, donna ingenua ma sensuale.


In Oh Boy, scelto come primo singolo e forse brano più convenzionale del lotto, Yoniro gioca il ruolo dell’ammaliatrice che maliziosamente sussurra all’oggetto dei suoi desideri I’m your sugarbabe, in un vorticoso gioco di perdersi e ritrovarsi, di cedimento e di riconquista. In un’ottica tematica ed emotiva del genere, difficile non pensare all’ultimo album di Eartheater Powders, dove la voce dell’artista si arrende a un intenso canto di abbandono, puro e carnale al tempo stesso, a chiave di volta di un'impalcatura elettronica venata di folk e pop ed intrisa di intimo calore.



Paradise, ultimo brano dell’album e secondo singolo estratto, è summa finale e anticipatoria dell’intero lavoro di Yoniro, a cui è affidato l’arduo compito di assurgere a matrice sonora e concettuale di duplice stampo: da un lato la corporea materia, dall’altra l’estasi eterea. Dualismo ben evidenziato dal rincorrersi di calde note di pianoforte su un pad elettronico pulsante, a sottolineare un complesso di erotismo intriso di purezza, di luce paradisiaca, da cui si staglia una voce limpida e luminosa come il paradiso che ci fa immaginare.




A corredo di un quadro del genere, impossibile non ritrovare chiari riferimenti all’universo intellettuale e musicale di Kelela, che nel suo ultimo lavoro "Raven", pur con accezioni che virano sull’ambient, usa la voce come strumento evocativo e misterioso.


Il lavoro di Yoniro, insomma, ha il raro pregio di trasportare l’ascoltatore in uno spazio sonoro luminoso e lieve, suggerendo universi lontani ed eterei, in un felice connubio tra il qui e l'altrove, a ricordarci che può esistere qualcosa oltre la materica esperienza umana.

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